Come si vende la carne dei poveri?

Oggi per fortuna non è così frequente trovare nelle nostre città qualcuno che muore di fame, ma quando i poveri erano veramente tanto poveri a discapito delle persone che erano veramente tanto ricche, i poveri non potevano mangiare la carne, perché non potevano permetterselo, ma all’interno dei loro tuguri e delle loro baracche, si trovava un altro tipo di carne, i legumi. Sì i legumi, venivano chiamati “la carne dei poveri”. Allora c’erano i monaci che in qualche modo si prendevano cura e sfamavano queste persone, ed erano gli stessi monaci i veri esperti e i coltivatori dei legumi e dei cereali.

Ci sono scritti che parlano di monaci cinesi (8.000 anni a.C.), di egizi (3.000 a.C.) che raccontano di sacerdoti che preparavano farmaci, gli assiri, i greci e i latini che fecero la storia della botanica, dell’erboristeria e non erano certo da meno sugli ortaggi; gli stessi ortaggi che oggi sono presenti sugli scaffali della GDO (Grande Distribuzione Organizzata), è quindi la storia che ci ha raccontato spesso di questi monaci che coltivavano erbe officinali per le medicine, legumi e ortaggi per la cucina, fiori per la chiesa, erano attività molto praticate all’interno delle badie o delle abbazie, la nostra Italia è ancora piena di questi luoghi meravigliosi. Noi abbiamo ripreso questo concetto storico e potente in questo caso studio, esattamente nel settore dei legumi e del riso.

 

 

La nascita di un posizionamento fatto di storia e cultura

La mia agenzia è stata contattata da Paolo Novi, un imprenditore talentuoso di Sant’Egidio del Monte Albino in provincia di Salerno, questa cittadina è chiamata anche la “Porta della Costa d’Amalfi, oltre ad esserci l’abbazia di Santa Maria Maddalena, vicino a questo luogo ce ne sono tante altre, ed è proprio da queste abbazie (chiamate anche “badia”), che nasce la storia di un prodotto povero come quello dei legumi, il nostro posizionamento e di conseguenza si origina anche il nuovo naming “Ori della Badia” finalizzato al Packaging Positioning.

 

Il problema, in questo caso, è un problema molto diffuso e sentito dalla maggior parte degli imprenditori che non hanno un brand di riferimento sul mercato in questo settore e devono vendere una commodity come i legumi o il riso, senza uno storytelling e uno storydoing che sia differente e credibile sul mercato.

Al di là della bontà del prodotto, che ha portato Paolo Novi anni fa a fare una ricerca meticolosa delle materie prime, per arrivare all’eccellenza e ad un prodotto Top Quality, lo stesso legume che lui aveva lanciato anni prima sul mercato con un primo marchio, quello stesso mercato non gli riconosceva e non gli giustificava questa qualità in un prezzo finale sullo scaffale. Perché?

Tutto questo era dovuto dal fatto che proponeva sul mercato un marchio senza un posizionamento e di conseguenza una confezione senza un Packaging Positioning, pertanto non poteva essere percepito dal consumatore finale e non risultava vincente sullo scaffale.

Packaging Riso_Ori

 

 

Ma lo rifaresti?
Lo rifarei prima! (Brand Positioning) 

Durante la mia intervista a Paolo Novi, fatta alcuni mesi dopo il lancio dei prodotti sul mercato, l’ho messo davanti a una domanda abbastanza provocatoria: 

Paolo, rifaresti il Posizionamento?

La risposta è stata altrettanto diretta, quanto istintiva:

Se, tornassi indietro lo rifarei prima! Non farei passare così tanto tempo…

 

Sono queste le risposte che ti fanno comprendere le capacità imprenditoriali della persona che hai di fronte. Alla fine dello sviluppo dei tanti posizionamenti di questi ultimi anni, rimango sempre connesso con i top manager o i vari imprenditori e vi garantisco che non tutti hanno l’umiltà di ammettere la potenza del Brand Positioning verso la loro impresa; questo accade perché tendenzialmente l’ego personale ci convince che siamo stati bravi grazie ai nostri skills e alle nostre capacità personali, per questo abbiamo ottenuto dei risultati sul mercato e sempre il nostro ego ci fa omettere o sminuire il motivo principale del successo dell’impresa, ovvero il posizionamento.

 

Packaging_cavallotto Ori

 

 

L’acqua battesimale è Santa per le vendite? (Naming)

Dopo aver individuato il posizionamento siamo passati alla ricerca e lo sviluppo del naming, il quale comunica con uno storytelling verso il nuovo posizionamento. Non avevamo vincoli di nessun tipo da parte del cliente e dopo una ricerca profonda del prodotto, partita dalla zona geografica abbiamo intuito che c’era tutta la credibilità per poter sviluppare in un naming il nostro Brand Positioning.

È così che nasce il naming “Ori della Badia”, i legumi e riso dei monaci, un naming originale e soprattutto unico registrabile, libero da domini, una cosa non così scontata alle soglie del 2020.

Logo lamina_Ori della Badia

 

Ricordati che stai perdendo soldi (Logotype)

Se non hai un logotipo potente, cosa ti può capitare? Una cosa che non vorresti mai che ti capitasse, stai perdendo dei soldi. Non so quantificare esattamente il volume e il valore di questi soldi ma ho la consapevolezza che sia così. Se hai il posizionamento ma hai sbagliato il tuo visual nel logo, hai un problema molto più grosso di quello che pensi, la cosa non è così banale e adesso ti spiego il perché.

Senza un posizionamento efficace sicuramente hai un problema enorme. In qualsiasi settore tu stia sviluppando il tuo business, se vuoi rimanere competitivo sul mercato, crescere nel mercato e vendere il tuo prodotto, oggi, solo se possiedi un ottimo Brand Positioning ti puoi permettere tutto questo, diversamente stai faticando tanto per cercare di fatturare e pagare i debiti a fine mese. Diamo per scontato che il tuo posizionamento sia corretto ma lo stai comunicando con un’immagine sbagliata, hai comunque un problema.

Il tuo posizionamento è sicuramente più importante, ma il tuo visual è sicuramente più potente, se il tuo logotipo è debole è addirittura dannoso verso un buon posizionamento, il tuo visual deve comunicare in modo potente e corretto il tuo posizionamento verso il tuo cliente target.

 

Se anche tu pensi che nel tuo settore hai bisogno di un posizionamento per emergere dal mercato rispetto alla tua concorrenza non esitare a contattarci per una consulenza gratuita. →

 

 

Pensata per le Start-Up e con tante referenze (Structural Design)

CavallottoQuesta tecnica dei cavallotti l’abbiamo sviluppata per diverse realtà in fase di start-up, viene utilizzata spesso per la multiple referenza di prodotti, in questo caso all’interno della gamma del new brand Ori della Badia, tra legumi e riso, ci sono circa 35 / 40 referenze, ovviamente non possiamo pensare che questi item siano tutti alto vendenti, soprattutto nella fase iniziale di lancio, dove non si conosce esattamente come andrà.

Pertanto questo tipo di struttura permette all’azienda di poter sviluppare con il solo cambio di lingua (nero) il nome della singola referenza e successivamente una macchinabilità di produzione anche per una tiratura limitata di pezzi.

Inoltre, questo tipo di struttura non ha comunque limiti verso la creatività, la fustella è pensata per enfatizzare lo sviluppo del logo e nell’oblò centrale troviamo una trasparenza sulla finestra verso prodotto a vista sul fronte del packaging.

 

Oro e Bianco latte (Graphic Design)

Una delle regole principali del Packaging Positioning è sicuramente la semplicità. Sviluppare una grafica complicata, ovvero molto piena di elementi, non di facile lettura, ci vuole poco tempo, viceversa, per sviluppare una grafica semplice pulita, che comunica un unico concetto, molto chiaro, verso il posizionamento ci vuole tanto tempo.

E così abbiamo sviluppato il Packaging Positioning degli Ori della Badia. Un packaging semplice con una fustella sagomata, con una finestra che rafforza il lancio del nuovo Brand. Un colore istituzionale Oro lamina per premiare il naming e un colore bianco di fondo per dare una pulizia e un premium price oltre al quality price, verso l’unico vero protagonista, il prodotto.

Elementi_Ori della Badia

 

Results

Albert Einstein ha detto tanti aforismi nella sua vita, per quanto mi riguarda il più bello reputo sia questo:

 

Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora dei dubbi. (Cit.)

 

Se produci, vendi o commercializzi prodotti, insomma se in qualche modo stai facendo impresa e sei presente sullo scaffale, e sei tu che hai il driver dell’azienda in cui lavori (titolare o top manager), non puoi permetterti di essere ancora diffidente sui risultati che ottiene il Packaging Positioning. Non dico che ti devi fidare, devi solo documentarti,  leggere o ascoltare quello che trovi nel web su questo argomento.

 

 

Qui trovi molti casi studio che abbiamo sviluppato in questi anni.

Qui trovi molte testimonianze che abbiamo ottenuto con lo sviluppo del Packaging Positioning.

Qui trovi un libro su questo argomento, con la prefazione di Jack Trout, il padre del Brand Positioning.

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