“Anche se siamo un’agenzia specializzata nella realizzazione di packaging funzionale alle vendite abbiamo un limite su cui ho deciso di essere brutalmente onesto, ne parlo in questo articolo.”
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Ogni azienda che venda servizi o prodotti, B2B o B2C ha un limite.
A volte si tratta di qualcosa che è possibile correggere, altre volte invece rappresenta una delle caratteristiche che è necessario accettare per poter godere di altri benefici o meglio di risultati eccellenti.
Oggi ti voglio svelare il nostro limite, il limite della Packaging in Italy, continua a leggere e condividi pure questo articolo perchè non ho paura né problemi nel far sapere di questa nostra debolezza.
Ti faccio qualche esempio prima di arrivare al punto…
Quel bellissimo ristorante a picco sul mare che offre una visione mozzafiato e che cucina ottimo pesce. Raggiungerlo però è un’impresa, scomodo, strade a curve e salite ripide, ma lo accetti perché ne vale la pena.
Un’automobile molto spaziosa, un Suv di ultima generazione, confortevole nella guida e perfetta per gli spostamenti. Parcheggiarla in città è un’impresa, ma lo accetti perché ne vale la pena.
Sai perfettamente che potrei continuare con la lista e so che anche tu avresti molto da dire a riguardo.
Alla fine quello che conta è comprendere se i benefici giustificano la tua scelta.
Ne vale davvero la pena?
Personalmente ragionando sui limiti cerco sempre di trovare una soluzione, infatti la realizzazione dei nostri packaging è oggetto di un miglioramento continuo. Ho identificato però quel limite che costituisce “quella strada un po’ scomoda e tutta a curve” che sei obbligato a fare per raggiungere quel ristorante a picco sul mare.
Quella strada tortuosa è il tempo. Una confezione realizzata velocemente, per domani, in fretta non esiste. Non è oggettivamente possibile.
Ti riassumo la situazione e tu dimmi se ti ci ritrovi…
I tuoi impegni si accavallano, idee parcheggiate e poi riprese dopo qualche mese, progetti saltati all’ultimo minuto che stravolgono i tuoi piani, tanta burocrazia che si mette di mezzo tra il tuo marketing e la possibilità di realizzarlo e poi quando finalmente fai quadrare tutto ti appresti a risolvere gli ultimi dettagli per uscire sul mercato con un nuovo prodotto. Ed è in quel momento che pensi all’imballo perché ormai è fatta e ti manca solo la confezione.
“Vi do le misure della fustella, le caratteristiche del capitolato e vi faccio mandare il logo, ce la fate per fine settimana a farmi vedere un 3D definitivo? Così tra massimo 10 giorni di calendario andiamo in stampa e porto i definitivi in fiera…”
Quello che arriverebbe per la fine della settimana non sarebbe un packaging. Non avresti tra le mani uno strumento di marketing che aiuterà il tuo prodotto a farsi scegliere dal consumatore differenziandosi dalle altre offerte presenti nella stessa categoria. Non avresti tra le mani lo strumento che ti garantirà maggiore contrattazione con i buyer, margini migliori di guadagno e nuovi canali sull’export. No, non avresti tutto questo.
Ti dico invece quello che avresti: una scatola con le misure adatte a “contenere” il tuo prodotto con un 3D che riporta la grafica del tuo logo.
Potrei dirti la classica frase “non facciamo le pizze”, ma anche la pizza se ci pensi ha bisogno del suo tempo per essere buona. Impasto, lievito preparato alla mattina, il tempo giusto in forno (altrimenti esce cruda) e una temperatura precisa (altrimenti brucia). Ora invece ti voglio dire il vero motivo per cui vale la pena aspettare e soprattutto cosa succede mentre aspetti lo sviluppo di un progetto di packaging.
Premessa: non credere che io viva in un mio mondo qui in agenzia, personalmente sono dai clienti per tre quarti del mio tempo, conosco bene le esigenze di chi fa impresa oggi e so che il tempo è DENARO. Credimi che se esistesse un modo per accelerare il processo che ti sto per esporre lo avrei già applicato anche perché guadagnerei di più e saremmo tutti più felici, ma oggettivamente non è possibile.
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Dal momento in cui raggiungo un accordo con un nuovo cliente succede questo
Facciamo un primo incontro con il cliente e cerchiamo di capire le sue esigenze, non ce ne andiamo finché non abbiamo capito e se qualcosa non è chiaro ritorniamo. Questa è una fase delicata, l’ho spiegata bene nel post dedicato al briefing.
Chiusa questa prima fase si torna in agenzia dove personalmente con uno dei miei Art Director analizzo il mercato di riferimento. Significa che studio cosa dicono i tuoi competitor, analizzo cosa fanno quelli che vogliono rubarti i clienti, è quello che serve per ottenere le quote di mercato, volumi e valori con il tuo prodotto.
Successivamente mi sporco le mani, vado in corsia, in più di un supermercato con insegne diverse, raccolgo tutte le informazioni necessarie. Non cerco su Google, ma vado fisicamente e mi compro tutti i prodotti che appartengono alla tua categoria per capire come mai il cliente da i suoi soldi a Pippo s.r.l. e a Pluto S.p.a. e non al tuo prodotto.
Torno in agenzia e studio le informazioni che ho raccolto. Quindi faccio un’analisi precisa di quello che viene comunicato e di come viene comunicato.
Hai presente quando gli investigatori delle serie TV americane attaccano su una lavagna magnetica tutte le informazioni che hanno sul caso per avere una visione completa?
Facciamo esattamente così, su quella lavagna ci sono le informazioni sul tuo prodotto, le informazioni che riguardano le tue esigenze specifiche, le informazioni sul tuo mercato, sul tuo target e sui tuoi competitor.
Loro devono trovare un criminale, noi dobbiamo individuare un packaging che sia letale sul mercato.
La formula per un packaging letale
Quando giungiamo a una conclusione faccio concretizzare l’idea dal reparto grafico e solitamente percorriamo un’unica strada, una singola proposta precisa sul posizionamento, focalizzata sull’obiettivo definito a tavolino. Non se ne può più delle classiche 3 prove grafiche dello studio grafico generalista, che si definisce agenzia: una bella, una brutta e una così, così.
Andiamo dal cliente con una sola proposta, quella corretta e funzionale alle vendite.
Per comprendere meglio facciamo anche un mock up o una versione in 3D del tuo pack, in pratica un modello in scala 1:1 di quello che sarà.
A questo punto facciamo un incontro e presentiamo la soluzione, su questa potrebbero esserci alcune piccole modifiche. Quindi torniamo in agenzia e aggiustiamo se è il caso per giungere alla soluzione finale.
Ti voglio fare una domanda
Visto che come imprenditore sarai abituato a gestire risorse e tempistiche ti chiedo: è umanamente possibile fare questo per la fine della settimana?
Io chiaramente ce la metto tutta per accelerare le fasi più pratiche (e quella che ho descritto è una versione sintetica), ma ci sono aspetti che richiedono tempo.
Pensare richiede tempo, analizzare richiede tempo, elaborare una soluzione che faccia in modo che il tuo prodotto venga preferito a quello di Pippo s.r.l. e a quello di Pluto S.p.a. richiede tempo. Ma è un tempo che vale ogni minuto della sua attesa. È un tempo che ti assicura dei risultati.
Volevi la debolezza di Packaging In Italy?
Non lo nascondo, non siamo certamente i più veloci sul mercato, sicuramente non siamo veloci come il grafico che riceve misure e logo e in 3 ore manda alla tipografia il file da stampare. Te lo dico senza nessun problema, se la tua esigenza è avere tutto subito e consideri il packaging un “di cui” del tuo marketing, allora vai da lui (dal grafico veloce) perché almeno perderemo meno tempo entrambi. Probabilmente non siamo la soluzione giusta per te.
Se invece la soluzione che cerchi sono i risultati sul mercato, allora quello che offriamo risponde perfettamente alle tue esigenze.
Ho scritto questo post in completa onestà, ma ho capito col tempo che rendere partecipi i clienti è il modo migliore per lavorare bene insieme.
Ora che sai cosa potremmo fare per te e come lo faremmo, se lo ritieni utile contattaci direttamente, sarò felice di creare una lavagna magnetica in stile CSI dedicata al nuovo packaging del tuo prodotto.
P.S.
Senza nessuna vena polemica, le persone a cui mandi via email le misure del prodotto e il logo allegato in .jpg non sviluppano un packaging finalizzato alle vendite. Fanno un lavoro di intermediazione con la tipografia. Traducono per te un linguaggio che non parli, altrimenti avresti fatto quelle operazioni da solo. Non sono esperti, sono interpreti di un’esigenza che nulla ha a che fare con una consulenza di marketing finalizzata al packaging come strumento operativo per incrementare le tue vendite.
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Entra nel mondo del marketing nel 1996, nel 1999 ha fondato Ardigia Marketing Funzionale, nel 2013 fonda Packaging in Italy, l’agenzia di Pack dal Design italiano.