Se ti dico “packaging da ricorrenza” penserai subito al Natale essendo numericamente la ricorrenza con il maggior impatto sulle vendite e la ricorrenza per eccellenza.
Per molte attività commerciali il Natale è il periodo che incide maggiormente sul fatturato.
Realizzare un packaging dedicato e tematico per questa ricorrenza è una scelta che conosciamo bene e ci capita spesso.
Lo scopo? Associare il prodotto alla festività, rendendolo automaticamente nella testa del consumatore un’idea regalo possibile. L’acquisto giusto!
Infatti, nonostante si tratti di prodotti che in molti casi sono disponibili durante tutto l’arco dell’anno, realizzare un packaging dedicato e tematico aiuta il consumatore finale a posizionarli in quella rosa di possibilità che ognuno di noi crea nella propria testa quando si avvicina il Natale.
Da qualche anno ormai la capacità di alcune aziende di sfruttare al meglio anche altre ricorrenze ha generato un incremento di vendite considerevole e questo è esattamente l’utilizzo intelligente di un packaging da ricorrenza che ogni azienda, a seconda del prodotto e del settore merceologico in cui opera, dovrebbe cercare di sfruttare.
Tolto il Natale e la Pasqua che hanno ovviamente anche una valenza religiosa, è innegabile che fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile vedere una presenza così alta di imballi personalizzati per feste come Hollowen ad esempio. Così anche la festa della mamma, del papà o addirittura dei nonni sono entrate nelle scelte commerciali di aziende e player della distribuzione che hanno deciso di sfruttare una ricorrenza (a volte poco sentita e sconosciuta ai più) per proporre sotto un’altra veste idee regalo e prodotti. Dando al consumatore finale una buona motivazione per un acquisto che altrimenti non avrebbe fatto.
Dalla ricorrenza ai 12 mesi dell’anno
In alcuni casi poi il prodotto che era nato in maniera mirata per una festa è riuscito a diventare un prodotto continuativo, sullo scaffale 12 mesi l’anno. Il sogno di ogni azienda.
2 casi noti a tutti: quello dei Baci Perugina nati con San Valentino e diventati una presenza fissa sullo scaffale e l’Ovetto Kinder Ferrero, guarda caso due packaging dal Profitto Genetico™, esempio perfetto di come sia possibile trasformare un prodotto da ricorrenza come l’uovo di Pasqua facendolo diventare di uso quotidiano – come merendina o dolcetto per i bambini (e non solo).
Segue esattamente questa direzione un nostro caso studio di successo, quello del Panettoncino premiato dal consumatore e della critica e analizzato in questo articolo.
Sfruttare il contesto per dare rilevanza al prodotto con un packaging dedicato è il segreto per una ricorrenza di successo.
In pratica quasi ogni prodotto in commercio può utilizzare con intelligenza alcune ricorrenze specifiche (non tutte chiaramente) per proporsi sotto un’altra veste al consumatore.
Questo aiuta anche i buyer della grande distribuzione che hanno modo di dare una visibilità particolare a quei prodotti che hanno adottato questa scelta.
Per capirci, dovendo allestire uno spazio di idee regalo per la Festa del Papà, è naturale privilegiare quelle aziende che hanno proposto una soluzione dedicata (ad esempio schiuma da barba e dopo barba con imballo speciale), mentre difficilmente troveranno spazio quei prodotti della stessa categoria che non hanno ideato una confezione dedicata.
In conclusione
Il packaging è la soluzione per ottenere l’attenzione del consumatore in un mare di proposte sempre più uguali che finiscono per scontrarsi sul prezzo. Alcune ricorrenze offrono ai tuoi prodotti la possibilità di apparire in modo differente agli occhi del consumatore creando un gioco di percezioni che rende la tua proposta non solo appetibile, ma perfettamente adatta a quel momento e lo fa grazie all’imballo.
Sfruttare queste circostanze con un packaging dedicato significa incrementare le vendite in modo intelligente, non cogliere questa opportunità tattiche significa invece cedere spazio ai competitor più veloci. La scelta finale come sempre è tua, ma spero di averti fornito con questo articolo qualche elemento in più su cui ragionare. Chiamaci subito per saperne di più.
Ogni giorno aiutiamo le imprese a incrementare le vendite con soluzioni di packaging dedicate. Se è quello che stai cercando contattaci per un consulto con i nostri specialisti.
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Entra nel mondo del marketing nel 1996, nel 1999 ha fondato Ardigia Marketing Funzionale, nel 2013 fonda Packaging in Italy, l’agenzia di Pack dal Design italiano.
Alessio Maran
Come sempre, ottimi spunti di riflessione.
Oltre al panettoncino, aggiungerei anche il pandorino fra i prodotti da ricorrenza “miniaturizzati e diventato una merendina dall’uso quotidiano.
Michele Bondani
Ciao Alessio,
hai degli esempi del Pandorino che resta in scaffale 12 mesi?
Sinceramente non ne conosco…
Alessio Maran
Ciao Michele,
Il Pandorino Dal Colle, ad esempio: http://dalcolle.cgp.it/index.php?s=6&c=1&ssc=9
Tra l’altro, essendo un piccolo pandoro, viene prodotto secondo il disciplinare che norma la produzione di Pandoro e Panettone.
Chiaramente, dobbiamo anche accordarci sui termini, infatti il pandorino è classificato come piccola merenda da 42 grammi (se non ricordo male, son passati 8 anni ormai) ed è venduto in confezione da 6 pezzi o 12 pezzi (all’epoca, ora non so se hanno cambiato il confezionamento). Se invece si intende il pandoro piccolo da 70/100 grammi, allora non ne conosco neanche io.
Ciao,
Alessio
Michele Bondani
Io intendevo quello da 80/100 grammi che attualmente è comunque considerato ricorrenza e non continuativo, tranne questo: http://www.panettoncino.com/jwebsite/
Si, conosco il Pandorino di Dal Colle, rientra nella categoria merendine è un discreto esercizio, mi piacerebbe vedere le quote di mercato che tiene la singola referenza. ;))
Alessio Maran
Ci ho riflettuto quando hai detto che no conoscevi casi di pandorino.
Purtroppo, come ti dicevo, sono passati parecchi anni da quando sono uscito dal settore dei lievitati da forno e non so dire che quote possa avere il pandorino come merendina.