Perché non sei credibile per il mercato?
Ovviamente, ci sono diverse motivazioni perché le persone, i clienti e il mercato non credono in quello che stai facendo. Ti elencherò solo quelle principali, quelle motivazioni che occupano almeno un 97% dei perché alcune realtà non sono realmente credibili sul mercato.
Le motivazioni si dividono in due macro categorie e vengono chiamate volontarie e involontarie (anche consapevoli e inconsapevoli), le seconde le possiamo definire in buonafede.
Come potete bene immaginare, ci sono centinaia di varianti dettate dalle principali motivazioni che fanno scattare la diffidenza verso un professionista e una realtà, nel post di oggi ti voglio descrivere le prime quattro motivazioni e i trucchetti per individuare quali di questi non sono credibili sul mercato:
1. Problema Credibilità Fuffaioli
La principale motivazione sicuramente è volontaria e in malafede, partiamo dal concetto che una persona o una realtà si mette sul mercato e perde di credibilità perché è sicuramente partita dall’imbroglio, dal voler vendere un prodotto o un servizio, facendo credere quello che realmente non sono o non sanno fare: sono i cosiddetti “fuffaioli”. In questo caso dobbiamo essere consapevoli, che è ben più facile smascherare un prodotto di pessima qualità che un disservizio o peggio un servizio approssimativo o erogato in maniera imperfetta.
Soluzione per Scoprire la Credibilità dei Fuffaioli
Come scoprire e smascherare questi truffaldini?
Con la ricerca.
La cosa più semplice sono le recensioni negative o positive, facendo attenzione alle %, ormai sappiamo che gli haters o la concorrenza sleale online fanno le peggio cose, quindi se le recensioni positive sono nettamente superiori a quelle negative puoi stare tranquillo nel procedere con il tuo acquisto.
Il secondo aspetto da comprendere online è se questa realtà ha dei prodotti o servizi me too, inoltre se riesci a percepire che è una realtà nuova, esempio un sito nuovo, con dei contenuti non datati, se non ci mettono la faccia, se non è indicato un numero di telefono, un numero di partita IVA, se c’è già un leader da anni nella stessa categoria, su un prodotto o un servizio che conosci, identico o molto simile al loro, espressioni o strategie di mercato nella medesima categoria, beh in questo caso diffida. Molto spesso questi furbetti, fanno dei copia incolla scopiazzando o modificando un po’ i contenuti che funzionano dai leader di mercato.
2. Problema Credibilità Storytelling
Oggi quando si parla di vendite si parla di marketing e se parli di marketing avrai sentito associare questa parola allo storytelling. Dando per scontato che tutti i lettori sappiano esattamente di cosa stiamo parlando, se così non fosse, vi invito a contattarci in privato per avere una spiegazione chiara per entrambe le parole ([email protected]).
Per avere la credibilità oggi, oltre lo storytelling, serve anche lo storydoing, la storia da raccontare e che fa emozionare il nostro cliente, che fa capire al nostro cliente il perché debba scegliere proprio noi per il suo bisogno e per la sua esigenza, quella storia dove il cliente si convince ad acquistare da noi piuttosto che dalla nostra concorrenza. Una volta che il cliente si è affidato al nostro prodotto o servizio ci deve essere la credibilità che quel racconto lo sappiamo fare. Se manca questo, manca di credibilità.
Questa motivazione può essere sia consapevole che inconsapevole, in entrambi i casi tu hai la possibilità di decodificarla, senza però intercettare se siano o no in buona fede. Esistono persone che studiano a tavolino solo lo storytelling, per vendere ma senza pensare al come metterlo in pratica, della serie, prendi i soldi e scappa; poi ci sono quelli che lo fanno involontariamente, cioè pensano che nel marketing basti dire qualcosa per incontrare un’offerta, senza pensare se all’interno della propria realtà siano veramente in grado di erogare quel tipo di servizio.
Cliente:
“Quindi la vostra realtà può fare anche questo tipo di servizio, uno, due, tre… e dieci?”
Venditore:
“Certamente, nessun problema, facciamo tutto!!!”
Soluzione Credibilità Storytelling
In questo caso una delle soluzione più sicure sono i referral che si possono trovare all’interno del website o della rete in generale, questa operazione può essere fatta anche offline. Molte volte ho avuto clienti che mi hanno chiamato dicendomi che sono stati contattati da dei miei lead che hanno chiesto conferma di come abbiamo sviluppato il lavoro per loro, se in questo caso il feedback è positivo puoi dormire sonni tranquilli. Compra!
Più i clienti parlano bene del lavoro che hai sviluppato, più rilasciano delle testimonianze soddisfacenti, più questi sono frontman aziendali di spicco, personaggi, volti noti, conosciuti alla massa e più certezze abbiamo che dietro a una piccola o grande promessa c’è della credibilità nel fare bene quello che si racconta al cliente.
3. Problema Credibilità Reale
Questo terzo punto ha bisogno di essere sviluppato più degli altri, è quello più complicato, la motivazione sembra banale ma è molto in profondità e come tale è quella più nascosta, la motivazione è dettata puramente dal fatto che:
“non sanno realmente fare marketing”.
Capite bene che questo punto è molto opinabile, chiunque potrebbe far credere e dire di sapere di marketing. Molto spesso chi rientra in questa casistica è in assoluta buona fede, ovvero, lui stesso è convinto di essere nella ragione, per questi motivi la mia o la vostra tesi potrebbe essere contestata da chi si professa anche credibile ma in realtà non lo è.
Soluzione Credibilità Reale
È la parola realmente che può aiutarvi a individuare il rischio ed evitare questo problema.
Come ho detto, al 99% sicuramente è una situazione involontaria, ma come tale è la peggiore di tutte, perché nascosta bene e molto difficile da essere individuata come non credibile, le persone che ne fanno parte vengono chiamate anche gli inconsapevoli-incapaci, molto spesso hanno la dote della favella e la maggior parte di loro sono degli ottimi comunicatori, ma non comprendono, perché non sanno l’enorme e invisibile differenza tra settore e categoria.
Sono in queste due parole che si gioca questo enorme equivoco.
Per aiutarvi, mi viene più facile farvi un paragone sulla mia stessa categoria, dove potete comprendere il sottile passaggio e poi riportarlo verso il vostro settore.
Ci sono agenzie di marketing come la nostra che sono specializzate nel packaging, noi ci siamo specializzati e presi una categoria (categoria = solo packaging) all’interno di un settore (settore = tutto il marketing) e questo è un fattore differenziante, molto utile per essere riconosciuti, posizionati e percepiti dal mercato di riferimento.
Hai bisogno di comunicare la tua credibilità sul mercato? Contattaci >>
Esistono invece agenzie che si sono prese un intero settore, queste vorrebbero farsi percepire come specializzate, ma realmente non è possibile farlo nella totalità di un settore. L’esempio che ti voglio riportare è quello di agenzie specializzate nell’intero settore food, queste realtà sono inconsapevolmente incapaci di fare realmente marketing, perché non conoscono o non comprendono questo sottile passaggio recando danni a loro stesse e perdendo inevitabilmente di credibilità agli occhi di chi realmente conosce il marketing, se conoscessero i fattori fondamentali del posizionamento capirebbero quello che sto dicendo.
A meno che, tu non sia un’agenzia strutturata con tantissime risorse umane specializzate in ogni singola divisione, come puoi essere credibile nel marketing, cataloghi, foto, video, packaging, stand,nella totalità di tutto il web marketing, quando già solo quest’ultima voce apre un mondo enorme, esempio: WebSite, E-commerce, Content Marketing, Facebook, Instagram, Linkedin, Seo, Sem, ADV online, Remarketing, Google, ecc., dove ogni voce ha bisogno di specialist.
Essere un’agenzia specializzata nel food non è credibile, se non sei un’agenzia strutturata con delle divisioni specifiche. Il mercato anglosassone ci insegna questo, ci sono le mega agenzie oppure serve la “micro-specializzazione”, focalizzazione vuol dire stringere la forbice, non allargarla.
Come fai ad essere credibile se vuoi prendere l’intero settore food, in tutte le sue sfaccettature?!
Puoi dire che sei uno specialista in un intero settore? Mmmmmhh…!!!!
È come se un produttore di pasta di Gragnano dicesse al buyer di Esselunga, che oltre saper fare i migliori rigatoni trafilati al bronzo, produce il prosciutto crudo migliore, una mozzarella di bufala squisita, un passato di verdure eccellente e il cioccolato più buone della storia o ancor peggio, che un chirurgo estetico si proponesse per un trapianto di cuore. In questi ultimi esempi siamo tutti d’accordo, ma nel primo è molto più complicato individuare il problema, il concetto è comunque il medesimo.
Sei Realmente Credibile se:
Sì, se ti sei preso una categoria.
No, se vuoi prenderti un intero settore e non hai le credenziali per farlo.
4. Problema Comunicare la Credibilità
Il quarto problema è dovuto da una comunicazione sbagliata, fare questo tipo di errore non ti da la credibilità che meriterebbe questo professionista sul mercato, la sua mancanza è non far sapere al mercato cosa realmente sa fare con quel determinato prodotto o servizio, comunicare le sue caratteristiche differenti da tutti gli altri player. Qui non c’è nemmeno un rischio di acquisto per il buyer o consumatore, questo è il tipico caso di esorbitanza nella buona fede, non esiste nessun genere di malizia o di volontarietà, anzi se solo comprendessero la loro stessa mancanza sarebbe tutto perfetto.
Soluzione Comunicare la Credibilità
Lo sai fare ma non lo sai dire.
L’unico rischio da parte del cliente è non incrociare questo tipo di professionista non consapevole delle propria errata comunicazione e magari intercettare i soggetti 1, 2 o 3.
Good luck.
Se vuoi comprendere meglio questo argomento, come comunicare la tua credibilità di mercato, contattami senza impegno. Sarò lieto di spiegarti tutte le sfumature necessarie per avere una comunicazione efficace sulla credibilità.
Entra nel mondo del marketing nel 1996, nel 1999 ha fondato Ardigia Marketing Funzionale, nel 2013 fonda Packaging in Italy, l’agenzia di Pack dal Design italiano.