“Frustrazione. Una grandissima frustrazione.”
Con queste parole avrei potuto descrivere il mio stato d’animo da imprenditore, prima dell’incontro con la Packaging in Italy. La consapevolezza di avere un prodotto dalle grandi potenzialità da un lato, e dall’altro la difficoltà nel comunicarlo, nel farlo recepire, e soprattutto nel venderlo.
“Esperti” di marketing ne avevo già incontrati tanti e avuto modo di apprezzare le loro brillanti presentazioni. Ma di fatto, in che modo il loro servizio mi sarebbe stato utile? Non era chiaro.
Poi un giorno mi ritrovo in riunione con la Packaging in Italy, e sento parlare di positioning come mai prima di allora, e in un certo senso tutto mi diventa limpido. Il mio prodotto non ha un posizionamento definito; nome, logo e packaging non convergono verso una chiara, univoca e attraente identità; tutto quello che faccio, tutti gli investimenti in comunicazione, sono sostanzialmente un’arma spuntata.
Sono produttore di germogli da 7 anni, e so quanto sia difficile interpretare questo prodotto, conosciuto poco e male. Mi sono convinto rapidamente della necessità di un “reset” totale, e mi sono affidato alla Packaging in Italy per sviluppare da zero un nuovo posizionamento espresso attraverso nome, logo e confezione.
Ho molto apprezzato il proficuo scambio di idee e le proposte avanzate, la modalità con cui hanno portato avanti il lavoro con estrema professionalità e competenza, puntando al sodo. E soprattutto il risultato. Ciò che mi sono ritrovato tra le mani a conclusione del lavoro, mi ha fatto pensare per la prima volta: questo può veramente diventare un marchio.